Quale iniziativa concreta indicate per contrastare l’esodo dei giovani professionisti italiani?

8 Comments

  • Nicola - 11 years ago

    Sono d'accordo con Ellie. Sarebbe possibile gentilmente conoscere le risposte "Other"? Grazie mille

  • Ellie - 11 years ago

    È possibile mostrare le opzioni indicate da chi ha scelto "other"?

  • giuseppe - 11 years ago

    ho letto sullo stato dei talenti ritornati e della loro situazione attuale. ma i politici italiani non si vergognano nemmeno un po' ?? con le loro cene, i loro stipendioni, i loro consulenti ,macchine blu, sanità particolare ( ebbene si hanno anche quella) E DOVREMMO ESSERE NOI A PROPORRE UN SISTEMA PER DARE MODO AI NOSTRI FIGLI MIGLIORI DI ESPRIMERE QUELLO CHE POSSONO E CHE SANNO, E SANNO MOLTO. MA NON RIUSCIAMO PROPRIO AD ESPRIMERE UNA CLASSE POLITICA UN PO' MIGLIORE, NON DICO PERFETTA MA SOLO UN PO' MIGLIORE. UN CARO SALUTO RAGAZZI E BUONA FORTUNA AI NOSTRI ITALIANI MIGLIORI.

  • Indiano - 12 years ago

    Sono un ex-expat, appena oltre i 40 anni, che si accinge ad espatriare nuovamente.
    Sono stato quasi 5 anni in India, perché insoddisfatto del clima depresso dell'Italia -non solo economico- e lì ho avuto possibilità e prospettive di lavoro estremamente stimolanti, lavorando (mi occupo di design) sia come docente sia come professionista.
    Tornato in Italia un anno fa -non nel periodo migliore per cercare lavoro, certo- confidando nella appetibilità della mia esperienza e nella legge che dovrebbe agevolare il rimpatrio, mi sono dovuto ricredere.
    Ho avuto solamente due colloqui, entrambi per posizioni all'estero, di cui uno si è concretizzato. Per cui mi accingo a tornare in India, ancora più scoraggiato per le sorti del mio Paese.

    Apprezzo il lavoro di Sergio Nava, perché stimola la riflessione su un tema che riguarda non solo gli expat, ma soprattutto le ragioni che spingono all'espatrio. Non mi aspetto da lui una "ricetta", ma spunti di riflessione.
    In merito al sondaggio proposto ritengo che:
    - inserire la "quota" sarebbe decisamente anti-meritocratico (chi è stato all'estero deve comunque mostrare di meritare, a maggior ragione, la posizione a cui ambisce);
    - la misura del flusso, a parte aiutare a prendere coscienza politica dell'entità del fenomeno non farebbe;
    - facilitare l'aggregazione - magari con una legislazione particolare del lavoro, vincolata, di aziende che lavorino molto sull'export- a patto che assumano personale ex-expat con trattamenti economici "esteri"- potrebbe essere fattibile (già una riduzione delle trattenute fiscali, senza aggiungere oneri all'azienda, aumenta la retribuzione reale). Si potrebbe, praticamente, stimolare la creazione di raggruppamenti d'impresa con vocazione all'export e con status simile alle Zone Economiche Speciali che si trovano in altri Paesi, che anziché essere orientate allo sfruttamento economico in una "terra di nessuno" rappresentino l'eccellenza del design, ricerca, tecnologia e qualità, ma con agevolazioni IVA e fiscali.

  • fugadeitalenti - 12 years ago

    @Alessandro: come sempre, vedo che è meglio criticare. Proposte ne hai? Le "chiacchiere e il teatrino" le fa chi critica, ma non avanza un'idea che sia una. Mi farebbe molto piacere leggere tue proposte concrete.

  • Alessandro - 12 years ago

    Rimango basito... Le 3 iniziative proposte sono semplicemente ridicole e quand'anche fosse possibile applicarle contemporaneamente non servirebbero a nulla.
    Il pool di aziende) innanzitutto servirebbe un ENORME pool se si cerca davvero di ottenere un qualche risultato, ma con l'attuale situazione fiscale ed economica non è possibile ottenere che anche UNA SOLA azienda faccia quanto proposto: selezione meritocratica, salario e prospettive di carriera sono già singolarmente impossibili nel contesto italiano. Tutte e tre insieme poi....
    Ma avete idea di quali siano i salari all'estero??? Tripli, quadrupli, dieci volte tanto... Ma chi volete che paghi tanto??? Ad un dipendente poi! Che i contratti a tempo indeterminato sono anni che non vengono più presi neanche in considerazione!
    Misurazione del flusso di talenti) ma a che dovrebbe servire? Perchè non si sa già che i migliori scappano all'estero o addirittura vengono proprio chiamati da aziende estere? Eppoi mica tutti possono andarsene, altrimenti in Italia non sarebbe rimasto nessuno sotto i 40 anni.
    Quota di espatriati) ma che follia è? Primo se sono espatriati è certo che non tornano dopo avere provato cosa significa la meritocrazia, i servizi funzionanti, la civiltà della gente e la sensazione di avere un futuro. Eppoi a che servirebbe? A far finta che non siamo governati solo da mafiosi? Che c'è un 3% di "brave persone" che governa?
    Come al solito, solo chiacchere e teatrino.

  • giuppi - 12 years ago

    "Organizzare un pool di aziende in grado di attrarre talenti qualificati, offrendo loro selezione, salari e prospettive di carriera pari a quelli esistenti all’estero" ?
    E chi dovrebbe organizzare il pool? Se stiamo parlando di aziende private, non c'è modo di 'organizzarle', è il mercato che decide come ogni singola azienda decide di muoversi nella selezione e gestione del personale.
    Questa proposta è frutto di ingenuità o mancanza di conoscenza dei meccanismi economici fondamentali o semplicemente wishful thinking.

  • Corrado - 13 years ago

    Personalmente credo che non bisogna scoraggiare i nostri ricercatori e professionisti a "espatriare", anzi! Vanno incoraggiati a fare esperienze all'estero, per rendersi conto di altre metodologie e avere esperienza di altri mercati, in modo così da aumentare la competitività del Sistema Paese al loro ritorno.
    Il problema è che bisogna creare le condizioni perché chi emigra, anche per un breve periodo, possa tornare!
    Analogamente, dovremmo anche poter attirare professionisti e ricercatori dall'estero, per arricchire sia il mondo della ricerca che quello produttivo.
    L'Italia è fin troppo chiusa, come sistema, anche e non solo per la barriera linguistica, ma anche per pregiudizi culturali, e culinari! Gli italiani una volta erano navigatori, ora spesso chi va all'estero non trova il piatto di pasta come glielo fa mammà, si lamenta...

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